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      Tacqui dunque e impresi io stesso la difficile scelta delle varianti e la correzione ortografica del testo. Feci quel lavoro quanto più coscienziosamente mi fu possibile e tremante d'essere per desiderio di sollecitudine irriverente al genio di Dante e all'ingegno di Foscolo. Consultai religiosamente i due codici ignoti all'Italia di Mazzucchelli e di Roscoe. Per sei mesi il mio letto - dacchè io non aveva che una stanza - fu coperto dalle edizioni del poema attraverso le quali io rintracciava le varie lezioni che la mancanza d'un testo originale, l'ignoranza dei tardi copisti e le borie locali accumularono per secoli su quasi ogni verso. Oggi, credo mio debito dir tutto il vero e separare il mio lavoro da quello di Foscolo(48). - (1863).
      Come le conseguenze logiche della nostra fede mi trascinassero a lavorare non solamente pel popolo, ma col popolo, non occorre ripeterlo. E i pochi popolani d'Italia coi quali, nei casi passati, io aveva avuto contatto mi s'erano mostrati tali e così vergini di calcolo e di basse passioni da confortarmi davvero al lavoro. Ma le opportunità per addentrarmi nello studio di quel prezioso elemento m'erano finora mancate. Londra m'offrì inaspettatamente la prima, e m'affrettai ad afferrarla.
      Affiatandomi, sulle vie della vasta città, con taluni di quei giovani che vanno attorno coll'organino, imparai, con vero stupore e dolore profondo, le condizioni di quel traffico, condotto da pochi speculatori, ch'io non saprei additare con altro nome che con quello di tratta dei bianchi: vergogna d'Italia, di chi siede a governo e del clero che potrebbe, volendo, impedirlo.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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