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      Quella formola vale legge atea e religione falsa o vera, buona o trista non monta; vale progresso nella pratica e immobilità nella teorica, anarchia perenne tra il pensiero e l'azione, intelletto liberamente educato e coscienza serva. Diresti che nessuno intravveda l'unica ragionevole soluzione al problema, la trasformazione della Chiesa sì che armonizzi collo Stato e lo diriga, senza tirannide e progressivamente, sulle vie del bene.
      Senza cielo, senza concetto religioso, senza norma che prescriva il dovere e la virtù, prima fra tutte, dal sagrificio, la vita, sfrondata d'ogni eterna speranza per l'individuo e d'ogni fede inconcussa nell'avvenire dell'umanità, rimane in balìa degli istinti, delle passioni, degli interessi, agitata, ondeggiante fra gli uni e gli altri a seconda degli anni e dei casi. I generosi impulsi e la poesia d'un entusiasmo naturalmente fervido quando l'anima vive più spontanea e meno signoreggiata dal mondo esterno, suscitano i giovani a contrasto colla tirannide e li avviano inconsci sulle vie dell'azione. Poi, quando le aspirazioni, le rapide speranze e le illusioni dorate sugli uomini e sulle cose si rompono alla fredda prosaica realtà del presente e le inevitabili delusioni, le persecuzioni, le disfatte aspreggiano a ogni tanto la via, sorge il dubbio, sorge quel senso di stanchezza che persuade l'impossibilità della lotta e dietro a quello s'insinua l'egoismo che tende a godere - dacchè l'immortalità è ignota - quaggiù. E allora, la prima proposta d'un disegno che non rinnega ma dimezza e pospone il programma, è ascoltata; il primo affacciarsi d'una forza appartenente ad altro campo, ma che pur promette adoprarsi contro il nemico, è salutato come un modo d'accostarsi con rischi e sagrificî minori all'intento.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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