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      Uomini d'una fratellanza che s'intitola de' Veri Italiani, diretta sotterraneamente da quella stessa alta vendita che noi abbiamo denunciata, perchč č rovina alla causa, e che, prefiggendosi apparentemente gli stessi principī che noi predichiamo, va pure stillando negli animi la massima che nessun moto č da tentarsi, che l'Italia č impotente a reggersi insorta, che dalla sola Francia puņ partire il segnale. - E guai se coteste massime filtrano negli Italiani! Guai se i buoni, come siamo noi e siete voi, non le contrastano a viso aperto!
      Riflettete. Il partito dell'Austria, e perņ delle potenze del Nord, č preso: guerra, guerra inevitabile a qualunque progresso italiano, perchč qualunque progresso č mortale all'Austria; guerra, ne segua che puņ. E quando essa vide il pericolo non si arretrņ nč davanti a patti di non intervento, nč a minaccie nč ad altro. Volete ch'essa si rassegni a morire? A morire vilmente? Essa avventurerą la vita per tentare la vittoria, anzichč rimanersi spettatrice inerte de' nostri progressi. La guerra coll'Austriaco noi non possiamo evitarla mai, sia che moviamo a gradi, sia che ci lanciamo d'un balzo all'ultimo della carriera. La speranza di evitare questa guerra č la causa che ha perduto tutte le nostre rivoluzioni. L'avere posto i re a direttori dell'impresa italiana ci ha tratto in fondo fino ad oggi. Perdio! Ricadremo ne' vecchi errori? Attraverso tanto sangue di martiri sparso per questa Italia che vogliamo liberare, torneremo ancora una volta al punto d'onde partimmo?


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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