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      Quella lettera fu scritta nel 1834. Tredici anni dopo, quando l'entusiasmo per Pio IX toccava i limiti della follìa e Montanelli - anima buona, ma debole e affascinata successivamente dalla Giovine Italia, dai sansimoniani, dai neo-cattolici, da Gioberti, da tutti e da tutto - mi scriveva cose mirabili intorno alla trasformazione del papato e all'accordo del dogma cattolico coi progressi dello spirito umano, insistendo perch'io parlassi da convertito o tacessi, io rispondeva il 16 luglio 1847: ".....Nell'impossibilità di ricreare la fede in un dogma oggi essenzialmente in cozzo coi progressi irrevocabili dell'intelletto spinto a nuovi mondi da Dio padre ed educatore, voi vi troverete colla nuda e sola morale; e io so che nessuna morale può durare feconda di vita nell'umanità senza un cielo e un dogma che la sopportino......... Lascio al tempo la verificazione dei miei presagi, e s'io vedrò la vita dell'umanità rinnovarsi nella vostra credenza, io mi prostrerò riverente agli altari dei nostri padri.
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      Andreste errato di molto se credeste me e quelli che stanno con me intolleranti, esclusivi adoratori dei principî democratici repubblicani e trattenuti per quelli dall'unirci a voi. L'avvenire democratico repubblicano, non al modo degli Stati Uniti ma ben altro e ben altrimenti religioso e derivante dall'autorità bene intesa, m'apparisce così inevitabile, così connesso col disegno provvidenziale che si manifesta nella progressione storica dell'umanità, ch'io non sento bisogno alcuno d'essere intollerante.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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