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      La popolazione era, per lunghi secoli di schiavitł corruttrice, ignara, intorpidita, incerta, sospettosa d'ogni cosa e d'ogni uomo; e noi eravamo nuovi, ignoti i pił, senza prestigio di nascita, di ricchezza, di tradizioni. Individui ch'erano stati a governo e rappresentavano l'elemento moderato costituzionale diffondevano, duce Mamiani, presagi sinistri sugli effetti della forma adottata e non s'arretravano dal cospirare col nemico straniero. Gaeta era fucina di raggiri, di turbamenti e congiure: di ribellione aperta sull'Ascolano. Fummo assaliti subitamente, prima d'ogni sospetto! assaliti da chi era potente in Italia per antichi affetti, tenuto per invincibile in guerra e ajutato dal prestigio d'una bandiera repubblicana come la nostra: poi dal re di Napoli, dagli Austriaci e dalla Spagna. E nondimeno fugammo, colle nostre nuove milizie, le truppe del re di Napoli, combattemmo l'Austria, resistemmo per due mesi all'armi francesi. Nella giornata del 30 aprile i nostri giovani volontari videro in rotta i vecchi soldati d'Oudinot; in quelle del 3 e del 30 giugno pugnarono in modo da meritare l'ammirazione del nemico. Il popolo, rifatto grande da un principio, partecipava alla difesa, affrontava con calma romana le privazioni, scherzava sotto le bombe. Popolo, Assemblea, Triumvirato ed esercito furono una cosa sola, s'afforzarono a vicenda d'illimitata fiducia. Governammo senza prigioni, senza processi: io potei mandare a dire a Mamiani, quando fui avvertito de' suoi colloqui notturni con Lesseps, che seguisse pure, non temesse del governo, badasse soltanto a sottrarre la conoscenza del fatto al popolo: sprezzammo le piccole cospirazioni e vedemmo il cavaliere Campana, convinto dopo lungo studio dell'impotenza d'ogni tentativo di fronte all'accordo dell'immensa maggioranza con noi, venire egli stesso spontaneo a denunziare i suoi complici.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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