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      - come si preparasse e perchè fallisse l'impresa.
      Mancavano all'Associazione le armi; mancava il denaro. Di denaro diedi quanto occorreva sul non molto raccolto dall'Imprestito Nazionale. Ma il contrabbando delle armi era difficilissimo e, scoperto, com'era probabile, avrebbe rivelato il disegno. Riescii ad introdurre in Milano un certo numero di projettili di nuova invenzione che non giovarono, dacchè le barricate, alla difesa delle quali erano destinati, non furono fatte; ma, quanto ai fucili, risposi che le insurrezioni erano avviamento alla guerra, non guerra; che l'armi dovevano e nelle città potevano sempre conquistarsi sul nemico; che a conquistarle bastavano animo deliberato davvero e coltella. Quei buoni popolani intesero, e dissotterrate, non so di dove, da circa cento pistole, arrugginite le più e inservibili, si diedero pel resto lietamente a raccogliere pugnali e temprare e immanicare grossi chiodi da barca, dove i pugnali mancavano.
      Non v'è cosa alcuna che, nell'insorgere d'una città, non possa compiersi per sorpresa; soltanto è necessario, perchè le sorprese riescano, che siano tenute gelosamente segrete ai più, tra quelli stessi che devono compirle e siano eseguite a puntino e a scocco d'oriuolo. Fu architettato un numero di sorprese che dovevano dar Milano, senza grave lotta, in mano agli insorti. Le caserme, i corpi di guardia, il fortino, il Castello dovevano alla stessa ora, anzi allo stesso minuto, assalirsi a un tratto, invadersi, quando sprovveduti quasi di difensori, da squadre, apprestate a pochi passi, d'uomini armati d'arme corta e ignari essi medesimi, dai capi infuori, dell'operazione da compiersi, fino al momento in cui sarebbero stati raccolti al convegno.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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