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      Ma come può esistere Assemblea Nazionale legislatrice su tutti e obbedita da tutti, se tutti, o i più almeno, fra gl'Italiani non l'hanno eletta? Ben so ch'altri, a scansare l'ostacolo, propose un'Assemblea, che andasse via via rafforzandosi dai rappresentanti delle frazioni di territorio che s'andrebbero via via emancipando. Ma le leggi via via votate non rimarranno pur sempre mal ferme, per vizio d'illegalità, nell'animo dei non elettori? o dovranno riesaminarsi ad ogni nuova infornata di rappresentanti? Pensando all'immensa unità richiesta da un'impresa, come quella di far d'un popolo insorto Nazione, e ad un tempo al continuo variar di tendenze, all'incertezza di sistema governativo, alla instabilità d'ogni disegno di guerra e pace, che prevarrebbero in quell'Assemblea, formata per alluvione, non pare, a dir vero, proposta da senno.
      Io intendo l'atto d'una prima Assemblea Nazionale Italiana, raccolta in Roma, a definire e consecrare col Patto la terza vita d'un Popolo predestinato, come il nostro, a infondere la propria nella vita dell'Umanità, siccome l'atto il più solennemente religioso che possa, in questa Europa sconvolta, compirsi; e lo vorrei tale nelle circostanze, nella pace d'anima dei rappresentanti, liberi da ogni influenza d'eventi passeggieri e violenti, nella maestà d'un Popolo circostante, purificato dal martirio e in riposo sull'armi della vittoria. Vorrei che gl'Italiani avessero prima imparato l'unità della Patria nel campo, la missione della Patria nel sacrificio, la libertà della Patria nella coscienza d'aver combattuto e vinto per essa.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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