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      Non potevate giovarvene, e spegnermi, annientarmi il dì dopo? Non avreste avuto un rimprovero da me, com'è vero ch'io esisto! Ho il tarlo nel cuore; non posso più gioire, e la vita mi pesa dacchè io non stimo più i meglio educati fra gli uomini del mio paese. E in Italia io non ho più che sepolture. E all'estero non ho più core di parlare dei nostri patimenti: le ciglia s'inarcano e mi sento dire: "Come fate a sopportar tanto? il popolo è visibilmente con voi: ajutatevi dunque, o soffrite muti."
      Voi avete la salute del paese in pugno: se un giorno mai v'accorgeste della triste parte che fate in Europa, e volete far opera degna, pensate a me; a quel tanto d'ajuto ch'io posso portarvi; ditemi: - "Siate con noi il tal giorno" - io vi sarò. Se persistete nella vergognosa apatia, Dio vi perdoni, io non lo posso. Ma non v'irriterò più con lettere, dirò il vero agli ignoti. Addio.
     
      G. MAZZINI.
     
      Un'ultima inchiesta; leggete questa lettera a quanti più potete fra i vostri amici prima di abbruciarla.
     
      I tre scritti: Il Partito d'azione, Del dovere d'agire, e Centro d'azione(68) rivelano abbastanza chiaro a quale trasformazione del Partito io mirassi. Da un lato, io vedeva sorgere in seno alla borghesia letterata, quei vizî di pedanteria dottrinante, di dissenso tra il pensiero e l'azione d'inerzia che sostituisce la fiducia paziente nella forza degli eventi al compimento del Dovere, fatale a tutte le nazioni e cagione visibile di decadimento alla Francia; e bisognava cercare il rimedio nell'azione di un nuovo elemento, vergine di sistemi e ricco di buoni e ineducati istinti, l'elemento popolare.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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