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      Come accadesse, come avvenisse ch'uomini puri nelle intenzioni, amatori del nome italiano e consecrati fin dai primi anni alla carriera politica, si lasciassero travolgere a tanta debolezza da commettere i destini della loro patria a una illusione di tutela straniera anzichè all'armi e al consiglio de' forti, non fu detto mai, ch'io mi sappia. Forse, quando i buoni fremevano la parola del dispetto e della rampogna, le piaghe erano troppo recenti, perchè il raziocinio potesse frammettersi alla passione, e perchè riuscisse di risalire per mezzo agli errori alla sorgente d'onde partivano. Fu guerra di particolarità, di minuzie, di fatti isolati; fu grido d'uomini ai quali la prepotenza degli eventi struggeva l'ultima delle speranze che fan bella la vita, e non lasciava che l'ultimo appello della creatura al cielo, la maledizione agli uomini ed alle cose. - Esce a ogni modo da quelle accuse un senso di sconforto, una disperazione dell'avvenire, che può ridurre l'anime nuove e incerte alla inerzia e le forti e deliberate a vivere d'una vita propria, intima, individuale, a ricoverarsi nella solitudine e nel concentramento dalla fallacia dei progetti e dal sorriso dei tristi. Oggi, è urgente di ritrarre quell'anime dall'isolamento in cui giacciono, di rinfiammarle alla costanza dell'opere, di riconfortarle ad osare, mostrando come nessuna fatalità pesi sopra di noi, ma il solo errore degli uomini, e non invincibile, non inevitabile da chi riassuma in poche massime le vicende passate a trarne insegnamento al futuro.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484