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      - Non paventiamo d'errare, perchè, o il popolo sarà con noi, e la VERITÀ STA COL POPOLO, o i nostri principj verranno respinti dal voto dei più, e noi curveremo riverenti la testa davanti alla maestà del voto nazionale. - All'accusa d'ambizione noi sdegneremmo rispondere. E però noi diremo il nostro simbolo liberamente, come liberamente lo concepimmo. Cercare la verità con animo spassionato e tranquillo; bandirla con entusiasmo e fiducia; e morire per essa, quando il sagrificio frutti utilmente: questo è il debito del cittadino alla patria, e non altro. Questo faremo. Apriamo un campo e vi convochiamo i nostri fratelli. Spieghiamo primi la nostra bandiera, però ch'essa è pura, incontaminata. Ognuno sollevi lealmente e generosamente la sua. - L'Italia darà giudicio, e al giudicio italiano nessuno vorrà o potrà ribellarsi.
      Nelle circostanze presenti, la missione dell'uomo è doppia: abbattere uno stendardo e inalzarne un altro; spegnere un errore e rivelare una verità; struggere ed edificare. Chi dimezza l'opera, non intende la chiamata del secolo. Noi siamo in sul finire d'un'epoca critica, e sul cominciare d'una organica; al tramonto d'un ordinamento sociale, all'alba d'un altro, e dobbiamo rifletterne i primi raggi. Stiamo fra il passato e l'avvenire e a voler promuovere lo sviluppo della civiltà, ci conviene dalle rovine del primo cacciare le prime linee del secondo. Ci corre debito inviolabile, sciogliendo i ceppi all'umanità e restituendola al moto, illuminarle la via, e farle almeno intravvedere un intento politico al viaggio.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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