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      Repubblica - ossia quel governo, in cui la sovranità della nazione è principio riconosciuto, predominante ogni atto, centro e sorgente di tutti i poteri, unità dello stato - in cui tutti gli interessi son rappresentati secondo la loro potenza numerica - in cui il privilegio è rinnegato dalla legge e l'unica norma delle pene e de' premî sta nelle azioni - in cui non esiste una classe, un individuo che manchi del necessario - in cui le tasse, i tributi, i gravami, gl'inceppamenti alle arti, all'industria, al commercio son ridotti al minimo termine possibile; perchè le spese, le esigenze e il numero dei governanti e dell'amministrazione sono ridotti al maggior grado possibile d'economia - in cui la tendenza delle istituzioni è volta principalmente al meglio della classe più numerosa e più povera - in cui il principio d'associazione è più sviluppato - in cui una nuova via indefinita è schiusa al progresso colla diffusione generale dell'insegnamento e colla distruzione d'ogni elemento stazionario, d'ogni genere di immobilità - in cui finalmente, la società intera, forte, tranquilla, felice, pacifica e solennemente concorde, sta sulla terra come in un tempio eretto alla virtù, alla libertà, alla civiltà progressiva, alle leggi che governano il mondo morale, sulla cui faccia possa scolpirsi A DIO, IL POPOLO!
     
     
      V.
     
      Questo nome di repubblica, che noi pronunciamo con tanta franchezza, è terrore a molti, i quali non s'attenterebbero di proferirlo, se prima non avessero esaurito tutte l'arti di perifrasi e circonlocuzioni, che il linguaggio somministra a chi scrive.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484