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      Ricordate Parigi, ricordate Lione, ricordate le moltitudini di Londra poi che il ministero Gray cesse il governo dello stato a Wellington. Quale eccesso contaminò la sua causa? - Ah! la gemma della sua corona splende d'una luce più pura che non la vostra, uomini che chiamaste a insorgere il popolo, per chiamarlo barbaro tre giorni dopo!
      Ma a tutti gli uomini, i quali sospettassero, nel simbolo che noi predichiamo, prave intenzioni: a tutti gli uomini che ci attribuissero passioni di sangue o anelito di guerre civili, noi qui diciamo solennemente, ed ogni sillaba che noi scriviamo giovi a condannarci nell'avvenire, se i fatti non converranno colle parole: "noi non siamo feroci: uscimmo da una madre, ed amiamo. Ma non siamo deboli: vogliamo la libertà della patria; morremo, se farà d'uopo, per essa e GUAI AI TRADITORI, E AI FAUTORI APERTI DELLA TIRANNIDE! Chi porrà la sua vita nella bilancia, chi commetterà l'anima a Dio per la patria, avrà diritto di proferire queste parole; avrà diritto che il suo sagrificio non rimanga sterile, inefficace; avrà diritto che dal suo sangue germogli un fiore di libertà, che il sorriso schernitore de' tristi non passi sulle sue ossa, che la speranza d'una bandiera italiana piantata sulla sua zolla scenda sotterra con lui. I vili e gl'inerti vadano colla maledizione della loro viltà, non si commettano ai pericoli, che non sanno reggere: vivono di paura, e nella paura. - Noi non siamo feroci; ma dovremo sempre temere d'essere feriti da tergo? Dovremo sempre, per difetto d'energia e d'antiveggenza, dar lo spettacolo al mondo della nostra caduta?


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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