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      Ah! v'č un peso di delitti e d'infamie su questo suolo d'Italia, accumulato dalla tirannide e dalla(81) viltā; v'č un tal suono di pianto dietro noi, un tal grido di vittime sotterrate per noi, che s'anche un pensiero di vendetta di sangue ci strisciasse sull'anima, amara per la perdita d'ogni cosa diletta, e per vedere il fiore de' giorni giovenili consunto nel tormento d'un'unica idea, o solcasse la fronte d'uomini, sulla cui testa canuta pesano undici anni d'esilio di patimenti non meritati, nessuno avrebbe diritto di rimproverarlo come delitto! Ma noi non siamo nč crudeli, nč tristi. Non cacceremo le nostre sciagure sulla bilancia: non sommoveremo alle proscrizioni le moltitudini: non abuseremo del diritto di reazione: sommetteremo i tradimenti ed i traditori alla giustizia della nazione, e ci getteremo tra il popolo e le vittime de' suoi sospetti. Non avremo forse per noi, per tutto il passato, per compenso alle persecuzioni e all'esilio, l'abbraccio delle nostre madri, la gioja sublime di contemplare sulle nostre torri la bandiera italiana, il momento, il momento divino di stringerci alla donna del nostro core, e dirle: ora tu sei libera, e d'un libero? - Abborriamo dal sangue fraterno; NON VOGLIAMO IL TERRORE ERETTO A SISTEMA: non vogliamo sovversioni di diritti legittimamente acquistati, non leggi agrarie, non violazioni inutili di facoltā individuali, non usurpazioni di proprietā. Vogliamo un nome, una esistenza riconosciuta, una via schiusa al progresso, una rappresentanza, e un miglioramento di condizione per un povero popolo, che geme da secoli nella miseria.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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