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      Ma a qualunque intenda a fondare, la parte critica, comechè incresciosa e nelle apparenze sterile, riesce pure inevitabile a trascorrersi. Però a questa è volto il presente articolo. Purgato dagli inciampi il terreno e svincolata la questione dai pregiudizî e dalle paure ond'oggi è impedita, sarà facile cacciarvi le basi degli ordini futuri. Lo spirito umano anela libero l'orizzonte davanti a sè. Dove ostacoli frapposti tra il suo volo e la meta lo costringano a combattere e soffermarsi a ogni tanto, infiacchisce e si logora.
      Quando nei primi anni della gioventù, irritati delle basse tirannidi che s'esercitavano nelle scuole di tutta Italia a mortificare gl'ingegni o a nudrirli di misantropia, frementi una patria che nessuna contrada Italiana ci offriva, ma senza pur sospettare che il fremito individuale potesse convenirsi in azione, ponemmo il pensiero all'Italia, fummo unitari. Vergini di studiata scienza, liberi d'ogni servitù di sistema, insofferenti delle lunghe disamine e delle applicazioni pazienti, il vero stava per noi nella prima idea che ci balzasse improvvisa davanti, grande, vasta, solenne, raggiante di poesia, di potenza e d'amore - e questa idea ci s'affacciava nell'Italia una, ricinta dall'alpi e dal mare; in una parola di volontà onnipotente uscente da Roma dalla Roma dei Cesari, e valicante l'alpi ed il mare; in una missione di civiltà universale assunta da noi sin dai giorni della potenza romana coll'armi, continuata cogli esempî di libertà dalla prima metà dell'evo medio, colle lettere diffuse all'Europa dalla seconda, e fremente dopo i miracoli dell'impero nell'Italia del XIX secolo.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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