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      Poi se gli esempî stranieri verranno a convalidarlo, meglio. - Contemplateli; ma del guardo dell'aquila al sole, libero, indipendente, potente. Contemplateli; ma come termini d'una proporzione, il cui primo termine deve rappresentarvi. Non rifiutate un trovato straniero, se, applicato a voi, frutta incremento alla patria. Ma non lo accettate alla cieca, unicamente perchè già altrove accettato. Così facendo, sarete Italiani, e vi troverete per legge di cose, europei. In altro modo vi rimarrete servi, o meschinamente ribelli al vero.
      Ed ora scendiamo agli esempî.
      I primi ci s'affacciano nella Grecia.
      Chi disse la varietà nell'unità essere il tipo del mondo greco, disse cosa più vera ch'altri non pensa. La Grecia splende nella storia europea d'una potente unità; ma d'una unità vivente nel genio greco più che negli ordini greci; d'una unità che vegliava nelle religioni, nelle abitudini, nella missione che i destini fidavano alla Grecia, nucleo primitivo del mondo europeo, nella opinione radicata, che tutti stranieri eran barbari, non nelle leggi e negli istituti politici interni. La missione greca di romper guerra in nome dell'Europa futura al genio orientale s'adempieva fatalmente, per legge di razze, senza che fosse necessaria una forte e preordinata unità. E d'onde sarebbe sorta cotesta necessità, quando la Grecia era sola in Europa? - Però nei tempi delle greche repubbliche le confederazioni valsero contro ai Persiani, come leghe formate a tempo, e volute dalla urgenza di combattere una guerra comune a tutela dell'elemento nazionale.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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