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      I molti inefficaci tentativi degli ultimi quarant'anni lo provano.
      Quando dunque noi predichiamo quasi esclusivamente i principî che ci sembrano derivare dalla condizione attuale della conoscenza umana, intendiamo seguir la via che guida al futuro, tanto materiale quanto morale, delle nazioni. Quando insistiamo sulla necessità d'inalzare su quei principî un edifizio di credenze che sottentri alle credenze spente o vicine a spegnersi, intendiamo soddisfare a un voto dei popoli sovente male espresso, più sovente frainteso, ma che rivelato a ogni modo dalle manifestazioni più disgiunte e dissimili, è il segreto storico del XIX secolo. E quando diciamo: "inalzatevi alla sfera dei principî: guidate i popoli, oggi erranti nel vuoto, alla legge del Progresso, all'Umanità, a Dio: ridestate il senso morale, il sentimento del Dovere negli uomini ch'altri tenta convertire in macchine da calcolo: mostrate un grande intento ai giovani oggi sì facilmente assaliti dallo sconforto e dal dubbio: rifate coll'entusiasmo colla religione, coll'amore, una esistenza morale all'uomo, dacchè l'antica del privilegio e dell'ineguaglianza è cenere e polve:" lo diciamo convinti che ogni altro modo di trattare le cose politiche è illusione o menzogna; convinti che le forme politiche considerate isolatamente e per sè, sono, come l'antichità diceva delle leggi, ragnateli che imprigionano i piccoli insetti e son lacerati dai grandi; convinti che lo spirito solo dà importanza alle forme: che le istituzioni sono lettera morta, inefficace, impotente, ogni qual volta l'alito del progresso popolare della fratellanza, dell'associazione non le vivifichi: che tutte le dichiarazioni scritte sono un nulla dove tutti, abbandonati all'individualismo e ordinati sopra una base d'ineguaglianza, tendono naturalmente a eluderla cercandovi a un tempo uno stromento di difesa contr'altri: convinti che ogni altra via non può giovare alla causa dell'Umanità, ai grandi interessi del popolo, del lavoro, della nazionalità, del miglioramento morale, sole cose che meritino il nostro sagrificio e le nostre fatiche.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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