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      La prima è necessaria perchè le rivoluzioni non prevengono, non indovinano i bisogni dei popoli, ma li concretano, li traducono in fatti, li riducono a legge. La seconda è necessaria, perchè altrimenti le rivoluzioni si ridurrebbero a guerre civili nelle quali la decisione qualunque siasi, a qualunque parte spetti il trionfo, è pur sempre questione di forza e sostituisce una tirannide all'altra.
      E l'unica via da seguirsi per ottenere queste due cose è l'ordinamento in associazione degli uomini che invocano il mutamento sociale.
      La nazione intera ha bisogno di sapere ciò che gli operai, cioè i milioni d'uomini che vivono del proprio lavoro senza possedere gli elementi del lavoro, patiscono, accusano, invocano.
      La nazione ha bisogno di sapere ciò che gli operai non vogliono: tanti strani sistemi, pericolosi, sovversivi, hanno occupato le menti a' dì nostri, che giova conoscere non solamente ciò che l'uomo crede, ma ciò in che non crede.
      Gli operai hanno bisogno di consultarsi per conoscere e calcolare le proprie forze, per concordare intorno ai rimedî che possono porre un termine ai loro mali, per raccogliere i mezzi necessarî ad esprimerli colla stampa e a dare un principio almeno d'educazione a quei tra' loro fratelli che ne sono assolutamente mancanti.
      Considerazioni siffatte hanno dato origine alla formazione d'una sezione composta esclusivamente d'operai nell'Associazione nazionale.
      Quando l'Italia vedrà riuniti in un corpo, schierato sotto la bandiera nazionale e pronto a commettersi alle battaglie della patria, i suoi operai, e udrà da essi medesimi l'espressione riposata, pacifica de' loro bisogni, l'Italia non accuserà più di freddezza e d'inerzia le sue moltitudini e intenderà il perchè si rimasero, nei tentativi passati, anzi spettatrici che attive.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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