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      ..... Ricadano i danni sui neghittosi che ci sprezzarono, sugli uomini che avvertiti da *** che in un mese noi saremmo perduti se prima del mese non ci si davano i mezzi d'operare, in capo al mese rispondevano freddamente: Non parliamo più de' tuoi amici..... che a quanto mi scrivi devono a quest'ora esser perduti. Perdonate se io mi lascio andare a parlare altamente il linguaggio dell'abbandonato; lo fo perchè so che voi siete innocente degli indugi che ci hanno sacrificati: ma dite a coloro che ne furono consiglieri che quando la patria sarà liberata, io li accuserò al suo tribunale come cospiratori che cospirarono a prolungarne la schiavitù e il disonore."
      Ho trascritto deliberatamente, e checchè altri possa dirne o pensarne, queste parole, perchè toccano una piaga ch'io reputo mortale all'Italia, se la crescente generazione non fa di liberarsene ad ogni patto. È sorta negli ultimi otto o nove anni, fra coloro che si professano amatori della patria loro, una setta d'uomini che diresti avessero tolto ad impegno d'infamare gl'Italiani davanti a sè stessi ed ai popoli, non solamente come codardi, ma come codardi e millantatori. Influenti, taluni per condizione sociale o ricchezza, tutti per opinione di liberalismo forse sentito, ma di certo tiepidamente sentito - non privi d'ingegno, ma senza scintilla di genio e guasti dalle abitudini d'un'analisi gretta, sterile, cadaverica, tolta in prestito al secolo decimottavo - fermi irrevocabilmente nell'animo, tra per difetto di vera scienza rivoluzionaria, tra per paura, di non mai fare, ma pur vogliosi, per certo - essendo l'obbligo che corre a ogni uomo in Italia, d'essere e più di parere agitatori animosi - stanno fatalmente capi ed oracoli della gioventù buona della Penisola, e s'inframmettono inevitabilmente moderatori in ogni moto di malcontento popolare che minacci di tradursi in azione, in ogni ardito disegno degli uomini che amano davvero la patria e con animo deliberato di sacrificare ogni cosa più cara a farla libera e grande.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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