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      Dobbiamo fondar la politica sulla definizione della vita sulla missione della creatura quaggiù, sulla credenza di dovere e di sacrificio che solo fa santa la politica, sola può avviare a un'armonia permanente d'affetti e d'azioni le moltitudini. Dobbiamo ritemprare, riconsecrare a grandi pensieri, a forti fatti, l'uomo ineducato per ineguaglianza di sorti, corrotto dall'arti della tirannide, avvezzo alla diffidenza, alle cieche subite reazioni. Dobbiamo insegnargli l'umanità ch'egli ignora, per la quale egli sta, ne' suoi atti, mallevadore, lavoratore nell'opificio speciale che Dio gli assegnava, la patria. E per questo dobbiamo mostrargli in noi gli uomini: gli uomini ch'egli cerca e, trovati, venera, lontani dalle esagerazioni, dai tristi sospetti e dalle stolide adorazioni, cercatori unicamente del vero e devoti a rappresentarne il culto negli atti pratici della vita. Gli uomini sono i libri del popolo; la parola vivente ch'ei cerca e segue. Un uomo uno nell'idea e nell'azione, del quale nessuno possa dire: l'opere vostre non consuonano co' vostri detti, è più potente di mille volumi sopra una nazione che si rigenera.
      E base, principio sommo di questa opera educatrice a cui noi invitiamo i nostri fratelli della stampa politica, è la santità, l'inviolabilità del pensiero. È il nostro palladio; e noi ne siamo custodi. Ognuno di noi qualunque sia l'opinione particolare alla quale appartiene, dovrebbe farsi mallevadore per tutti della libertà del pensiero. Ognuno di noi, repubblicano, monarchico, unitario o federalista, dovrebbe stringersi agli altri come a fratelli su questo terreno comune.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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