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      III.
     
      Voi avete, o Italiani, tradito quest'unica norma e sagrificato - poco monta se a tempo o per sempre - la vostra coscienza a una illusione di forza. Ogni linea della vostra storia v'additava, da quando cessaste di reggervi a popolo, una colpa o una imbecillità di regnanti; ogni sillaba de' vostri grandi v'insegnava, santificata dal martirio, una fede che fa interprete il popolo del pensiero di Dio; ogni esperimento vostro ed altrui negli ultimi sessant'anni v'era documento splendido, irrecusabile, che ogni libertà d'individuo o nazione si conquista per virtù propria, non per artificio di diplomazia e concessioni di principi; e nondimeno, non sì tosto il terrore della rivelata vostra potenza ebbe condotto i vostri padroni a balbettare pochi accenti di libertà menzognere e d'ipocrite leghe, voi cancellaste, miseramente affascinati dalla speranza di menomarvi i pericoli della via, ricordi storici, ispirazioni di grandi, giuramenti, e riverenza a chi pativa e moriva per voi: piegaste il ginocchio davanti a tutti poteri, e diceste: non da Dio, ma da voi. E non eravate credenti. Il vostro labbro accattava a lodarli pompa di frasi ne' retori delle età corrotte; la vostra mano scriveva oltraggi e condanna a quei tra vostri concittadini che serbavano intatta la santità del loro proposito e la dignità severa del nome italiano; e nell'anima vostra vigilavano il disprezzo e la diffidenza degli uomini salutati rigeneratori; e mormoravate sommessamente - ma non tanto che essi, quegli uomini, non v'udissero - poi che ci saremo giovati d'essi e dei loro battaglioni e della loro influenza, noi li infrangeremo, come gli Israeliti facevano dei loro idoli: essi hanno infranto voi, e meritamente.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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