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      E dico che per averlo tentato noi abbiamo sparso inutilmente lagrime e sangue; e che fra tutte le pesti della misera Italia la più funesta e la più vergognosa è questa degli intelletti dalle vie oblique, dei machiavellucci d'anticamera e di consulte, degli uomini di Stato in trentaduesimo ai quali, negli ultimi due anni, è toccato in sorte di reggere la più bella, la più santa, la più grande impresa che fosse dato tentare ad uomini, la liberazione d'un popolo schiavo da secoli, la creazione d'una Italia, cioè d'una nazione che non può sorgere senza che la carta d'Europa si muti, senza che l'umanità s'indirizzi per nuove vie. Taluni fra coloro ai quali la linea retta non par la più breve e che preferiscono il sistema monarchico misto al repubblicano, per questo appunto che l'ultimo s'impianta sul principio semplice e chiaro della sovranità popolare e il primo sulla conciliazione dei tre inconciliabili elementi spettanti a tre epoche diverse, monarchico, aristocratico e democratico, sorrideranno. E sorridano, purch'io li disprezzi. Io so che la potenza di tutta quanta la loro dottrina politica si libra fra un armistizio Salasco e il dissolvimento d'un ministero Pinelli. La questione italiana soggiorna in ben altra sfera: nella sfera de' principî eterni, incancellabili, che assegnano a venticinque milioni d'uomini affratellati da Dio nella gloria, nel dolore, nella speranza, nelle tendenze, nella lingua, nella carezza dei canti materni, nell'alito che vien dal cielo, nell'aspirazione che s'inalza da una terra conterminata dall'Alpi e dal mare, una parte, una missione speciale nel moto progressivo della umanità: nella coscienza d'individui seguaci, a prezzo di vivo sangue del core, della verità e impavidi a sostenerla avvenga che può: negli istinti del popolo che non legge Machiavelli nè sa di ponderazione di poteri e di siffatte dottissime cose, ma procede, come il genio, per intuizione, sotto gli impulsi rapidi, concitati, impreveduti d'una vita collettiva concentrata ad azione, virtuoso sempre quando opera spontaneo e soddisfatto a scegliere tra il giusto e l'ingiusto, fra la religione del vero e l'ateismo di una falsa scienza inorpellatrice.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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