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      Abbiamo, dopo il 1814 quando voi, moderati, tradivate le speranze dell'esercito italiano fremente di dover cacciar nel fango a' piedi dell'Austria le memorie di venti battaglie, preparato, noi, uomini del partito nazionale nelle nostre vendite e sotto leggi di morte, la protesta solenne del 1820 e 21, che prima rivelò all'Europa il voto italiano e avrebbe più fatto se inframmettendovi nelle nostre file voi non aveste sottoposto l'esito dell'impresa alla diserzione d'un principe. Abbiamo, nel 1831, provato all'Italia e all'Europa che una bandiera nazionale spiegata al vento in Bologna si trascinava dietro colla rapidità dell'annunzio trasmesso a tutte quante le popolazioni del centro della penisola, senza che in una terra, solcata con lungo studio di corruttele sacerdotali e di masnadieri assoldati, una sola voce s'alzasse(133) in favore dell'autorità minacciata del vecchio papa. E quando voi, saliti per bontà inesperta de' giovani, al governo dell'insurrezione, la perdeste codardamente, dichiarando che non si doveva nè si poteva combattere se non coll'armi straniere, noi raccogliemmo devoti nelle nostre congreghe il pensiero abbandonato in Ancona, vincemmo, insistenti, lo sconforto che s'era insignorito degli animi, e lo riconvertimmo operosi in fremito di minaccia. Così, noi col morire e i nostri fratelli per lunga vita affannata di persecuzioni, delusioni e calunnie, pur devota a un'unica o santa idea, conservammo ai giovani, suprema fra tutte virtù, la costanza, facemmo caro e onorato il nome d'Italia, tra gli stranieri, traemmo dai moti locali, legando in uno uomini di tutte le parti del bel paese, l'aspirazione all'unità, il culto della patria comune; confortammo di principî inconcussi gli istinti generosi che affaticavano le moltitudini, sollevando, noi primi, quella bandiera di pubblicità che rivendicate, predicando a tutti che dovessero essere a un tempo cospiratori ed apostoli.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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