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      D'esempî siffatti, io potrei citarne, se lo spazio concedesse, parecchî.
      Così si consumò il primo periodo della guerra. Nel secondo, il governo mutò di tattica. I moderati cominciavano, credo, ad antiveder la rovina; e a stabilire non foss'altro pel futuro incertissimo un PRECEDENTE, diventavano frenetici di FUSIONE monarchica. Farneticavano per le piazze promettendo a Milano che sarebbe capitale del nuovo regno; infanatichivano, con ogni sorta di menzogne, le moltitudini ignare contro ai repubblicani collegati coll'Austria e provocatori di leve(224)): tormentavano il governo provvisorio, perchè non s'affrettava abbastanza. E i membri del governo, creduli o increduli alle stolte loro promesse, ridicevano, per mezzo dei loro agenti, al popolo - a quel popolo ch'essi avevano fino a quel giorno intorpidito, addormentato nella fiducia - che i pericoli diventavano gravi, che a difendere il paese mancavano gli uomini, mancava il danaro, mancava ogni cosa; ma che, al solo patto d'una prova di fiducia nel re, al solo patto della FUSIONE, verrebbero milioni da Genova, migliaja d'armati dal Piemonte, benedizioni dal cielo, e senza leve, senza gravi sagrifici, la Lombardia vedrebbe compiuta l'impresa: coi repubblicani ch'essi avevan fermo in animo di tradire mutavano l'amicizia menzognera in freddezza, e affettavano sospetti di congiure che non avevano. Congiure a che? Se rovesciando quel meschino fantasma che s'intitolava governo, le sorti della guerra avessero potuto mutarsi, i repubblicani l'avrebbero rovesciato in due ore.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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