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      Vinceste anche - egli dice - che ne risulterebbe per l'Austria? Il possedimento di provincie impoverite, che per lunghi anni non darebbero le spese dell'occupazione militare indispensabile per contenerle; l'indebolimento della monarchia in tutte le questioni concernenti la Francia e la Russia, per la necessità di mantenere un esercito di 100 000 uomini nel regno Lombardo-Veneto, e guardare contro gli assalti dei nemici esterni ed interni le provincie del Tirolo, del Litorale e della Carniola. E quindi, politicamente, finanziariamente, militarmente, e sovra tutto moralmente, diminuzione delle forze reali, intralcio d'interessi e lotta, talora celata, talora aperta, ma incessante, contro una nazione di più di 20 000 000 d'uomini riuniti dalla stessa lingua, dalla stessa religione dalle stesse speranze
      .
      Il progetto, per ciò appunto ch'era l'unico ragionevole da proporsi, non andò oltre la discussione. Altri, meno plausibili, furono successivamente comunicati al gabinetto inglese dall'Austria, il 12 maggio, il 23 maggio, il 9 giugno(233)): tutti fondati sulla separazione del Lombardo e del Veneto: il primo da emanciparsi, or con un vicerè ereditario - e proponevano il secondo fratello del duca di Modena - indipendente dal governo viennese, pur sotto l'alta signoria dell'imperatore, or con un luogotenente dell'imperatore e con un ministero italiano, ma risiedente in Vienna - il secondo, dotato di più o meno libere leggi, ma sempre provincia dell'Austria: la difesa del Tirolo e la tutela delle comunicazioni tra Vienna e Trieste esigevano la servitù di Venezia.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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