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      Il re di Napoli inalza per noi la bandiera del dispotismo, della tirannide illimitata. I primi suoi passi sono segnati di sangue.
      A caratteri di sangue sono scritte le liste di proscrizione.
      Voi avete per troppo lungo tempo parlato, mentre gli altri spiavano e registravano. Non v'illudete. Oggi la scelta sia per voi tra il patibolo, la miseria, l'esilio o il combattere e vincere. Popoli della repubblica, ogni incertezza, ogni esitazione sarebbe viltà, e viltà senza frutto.
      Sorgete dunque e operate; l'ora che decide è suonata. Schiavitù, quale non l'aveste giammai, o libertà degna delle antiche glorie, lunga securità, ammirazione di tutta l'Europa. Sorgete ed armatevi. Sia guerra universale, inesorabile, rabbiosa, poich'essi la vogliono. E sarà breve.
      Mentre Roma assalirà il nemico di fronte, recingetelo, molestatelo ai fianchi, alle spalle.
      Roma sia il nucleo dell'esercito nazionale del quale voi formerete le squadre.
      Resistete dovunque potete. Dovunque la difesa locale non è concessa, i buoni escano in armi: ogni cinquanta uomini formino una banda; ogni dieci una squadra nazionale; ogni uomo di non dubbia fede, che raccoglie i dieci, i cinquanta, sia capo. La repubblica darà premio e riconoscenza. Ogni preside diriga i centri d'insurrezione, inciti, ordini, rilasci brevetti di capibanda o di capisquadra. La repubblica terrà conto dei nomi, e retribuirà in danari, terreni ed onori. Il brevetto serva come foglio di via, che i comuni, soccorrendo, vidimeranno.
      E tutte le bande, tutte le squadre, tormentino, fuggendone l'urto, il nemico; gli rapiscano i sonni, i viveri, gli sbandati, la fiducia; gli stendano intorno una rete di ferro che si restringa, lo comprima ne' suoi moti e lo spenga.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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