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      Duri visibile agli occhî del mondo la separazione tra voi e gl'invasori. Sia Roma il loro campo, non la loro città. E segnate del nome di traditore di Roma chi trapassa, transigendo colla propria coscienza, nel campo nemico. Le necessità europee non consentono che ROMA sia conquista di Francesi o d'altri. Mantenete all'occupazione il suo carattere di conquista; isolate il nemico; l'Europa leverà una voce potente per voi. E intanto nessuno può contendervi la pacifica espressione del vostro voto. Organizzate pubblicamente espressione siffatta. Dai municipî esca ripetuta con fermezza tranquilla d'accento la dichiarazione ch'essi aderiscono volontarî alla forma repubblicana e all'abolizione del governo temporale del Papa; e che riterranno illegale qualunque governo s'impianti senza l'approvazione liberamente data dal popolo; poi, occorrendo, si sciolgano. Da ogni rione, da ogni città di provincia escano liste segnate da migliaja di nomi che attestino la stessa fede e invochino lo stesso diritto. Per le vie, nei teatri, in ogni luogo di convegno, sorga un grido: Fuori il governo dei preti! Libero voto! e dopo quell'unico grido, ritraetevi. All'inalzare dello stemma pontificio governativo, quanti giurarono alla repubblica s'allontanino dai loro ufficî. Non si imprigionano le migliaja; non si costringono gli uomini ad avvilirsi. E voi v'avvilireste, o Romani, v'avvilireste per sempre, se dopo aver gridato una volta all'Europa che volevate esser liberi e combattuto e perduto i migliori fra i vostri per esser tali, assumeste condizione di schiavi e pattuiste fin dal primo giorno colla disfatta.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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