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      Citate. Citate le leggi ordinatrici del terrore: citate i bandi feroci; citate le vittime - o rassegnatevi al marchio dei mentitori.
      La bandiera repubblicana inalzata in Roma dai deputati del popolo
      - noi dicevamo in una delle nostre dichiarazioni - "non rappresenta il trionfo d'una frazione di cittadini sopra un'altra: rappresenta un trionfo comune, una vittoria riportata da molti, consentita dalla immensa maggioritā del principio del bene su quello del male, del diritto comune sull'arbitrio dei pochi, della santa eguaglianza che Dio decretava a tutte l'anime sul privilegio e sul dispotismo. Noi non possiamo essere repubblicani senza essere e dimostrarci migliori dei poteri rovesciati... Noi non siamo governo d'un partito, ma governo della nazione... Nč intolleranza, nč debolezza. La repubblica č conciliatrice ed energica. Il governo della repubblica č forte; quindi non teme." In queste linee stava il programma repubblicano; nč fu mai violato, siccome i vostri, o ministri di Francia, dagli uomini che amministrarono tra noi la repubblica.
      Ed eravamo forti: forti dell'amore dei buoni - e i tristi fra noi son pochissimi - forti del consenso dei cittadini ben altrimenti che voi non siete, signori. Noi non avevamo per mantenerci bisogno di porre lo stato d'assedio alla capitale: di sciogliere guardie nazionali; di riempir le prigioni; di cacciarvi, misti agli altri, i rappresentanti del popolo; di condannare a deportazione centinaja d'uomini di lavoro; di ricingerci, a comprimer gli altri, di cannoni e soldati.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





Roma Dio Francia