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      La repubblica uscì da Roma pura di terrore e vendette, senza aver segnato, tra i pericoli dell'assedio, una sola condanna di morte.
      D'allora in poi, ravvolta nuovamente l'Italia nella tenebra della servitù, pochi fatti isolati di ferimenti uscirono, risposta disperata a lunghe inaudite persecuzioni, dall'inspirazione individuale, da furore d'uomini ai quali le commissioni militari torturavano forse o fucilavano un padre o un fratello. E a voi era lecito biasimarli, deplorarli inutili, pericolosi, o indegni d'un partito che tende a creare un Popolo: non addossarli all'intero partito, e additarli all'Europa come applicazioni pratiche d'una teorica che non esiste. Errano tuttavia, tra' vivi, uomini usciti imbecilli dalle prigioni di Modena per infusione di belladonna ministrata nelle bevande a sconvolgere loro la mente e farsi accusatori d'amici: un Cervieri, popolano lombardo. - e cito un solo nome ad esempio - ebbe in Mantova venti colpi di bastone al giorno, per una settimana: sul danaro che i congiunti mandavano al colonnello Calvi, perch'ei prima di morire strangolato pagasse un suo debito a un prigioniero, gli Austriaci, rifiutando pagare il debito, ritennero le spese della fune e del boja: e se un figlio, un fratello di Cervieri, di Calvi o di quegli infelici, avesse, fatto furente, dato di piglio ad un'arme, e trafitto in piazza il primo tra i persecutori in cui si fosse abbattuto, direste voi frutto di teorica quella uccisione?
      In questo - nell'insana, incessante, efferata persecuzione contro il pensiero, contro i menomi atti sospetti, contro le sostanze, contro la vita di quanti sono rei o creduti rei d'affetti al paese - nel bastone fatto legge di mezza Italia - nell'insolenza perenne di padroni stranieri - nell'irritazione febbrile generata dai precetti e da uno spionaggio sfrontato - negli odî educati dalle denunzie pagate - nelle prepotenze consumate sotto l'egida d'un governo aborrito come il papale, da tirannucci subalterni, noti a ogni individuo delle nostre non vaste città - nell'assenza d'ogni educazione popolare - nel disprezzo forzato d'ogni instituzione esistente - nell'impossibilità di trovar giustizia contro i sorprusi degli oppressori - nello spregio della vita, conseguenza inevitabile d'ogni incertezza del domani - in una condizione di cose, che non poggia se non sull'arbitrio del potente - nella colpevole indifferenza dell'Europa governativa a un pensiero di Patria comune, ad una immensa aspirazione nudrita e inesorabilmente repressa da mezzo secolo - vive la teorica del pugnale.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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