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      Bisogna additargli uno scopo determinato, i mezzi logici che ad esso conducono, i doveri che deve compire a raggiungerlo. Bisogna rapirgli inesorabilmente tutte le illusioni che lo disviano, poi rialzarlo colla conoscenza delle forze onnipotenti ch'esso possiede e dimentica. Bisogna, sopra ogni cosa, dargli coscienza di sè, della propria dignità, del diritto eterno che vive in esso, della tradizione de' suoi padri, dell'alta missione alla quale è chiamato nell'avvenire. Voi gli dite: Agita le tue catene, e scegliti un re.
      A fronte di quei che gli dicono: Rompi le tue catene e sii re di te stesso, voi gli fate intravedere, nel nome di Vittorio Emanuele, un'arcana potenza che deve emanciparlo ed unificarlo; gl'insegnate, con un consiglio codardo, a disperare di vincere la gente straniera che occupa la sua Roma; lo dichiarate, da un lato, colla negazione del dogma repubblicano, incapace di guidarsi da sè; dall'altro, avviato già pienamente, mercè le cure del re piemontese e dei gabinetti stranieri, alla meta. Così, o Manin, non si destano: s'addormentano i popoli. L'Italia aspettava ben altro linguaggio da voi.
      È tempo di dire all'Italia, e senza riguardi, la verità. Gli uomini i quali sagrificano, e ripetutamente, le loro convinzioni a un calcolo d'opportunità momentanea - gli uomini che, a sciogliere il problema italiano, guardano all'estero e non nelle viscere del paese - gli uomini che, dopo aver maledetto alle delusioni del 1848, chiamano l'Italia a rifar quella via di vergogna e sciagura - gli uomini che, dopo aver veduto il popolo vincere su dieci punti d'Italia, e l'esercito regolare, mal guidato e tradito, soccombere, insegnano al popolo che non può vincere, se non mercè quell'esercito - gli uomini che credono l'opera di alcune dichiarazioni sospette e d'alcune adulazioni mentite, bastevole a conquistare ad un tempo esercito e governo che lo dirige - gli uomini che susurrano possibile, prezzo d'apostasia, l'iniziativa della monarchia piemontese - gli uomini che, dopo tanto millantar di vulcani e ruine presso ad esplodere, non gridano unanimi al paese: vergognati e sorgi - tradiscono, consci o inconsci, per difetto di core o di senno, la causa della Nazione.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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