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      Siete a un tempo amici imprudenti, tiepidi e malsicuri patrioti.
      Perchè dunque ostinarvi su quella via? Perchè, uomini che amano anch'essi sinceramente il paese, non si stringono in un accordo comune di pensieri e d'azioni onde persuadere all'Italia che il momento per levarsi è venuto, e ajutarla ad afferrarlo con celerità di mosse e imponenza di forze?
      S'arretrano essi forse impauriti davanti all'esclusivismo repubblicano?
      No: voi non proferirete quella parola, Manin; voi men ch'altri potreste proferirla senza arrossire. La storia dei tentativi fatti da me, perchè tutti ci unissimo sopra un terreno, che non è il mio, ad ajutare le tendenze generose d'un popolo, che è migliore di noi letterati, v'è nota. Ma, lasciando la banda gli sforzi inutili d'un individuo, il grido unanime dei repubblicani d'Italia, convalidato da fatti innegabili, sorgerebbe a smentire l'accusa.
      La Nazione salvi la Nazione: la Nazione, libera ed una, decida dei suoi propri fati - è programma esclusivo? Può intendersi, senza quella formola, l'esistenza d'un Partito Nazionale? Non possono, non devono, all'ombra di quella bandiera, abbracciarsi quanti cercano la Patria comune, a qualunque frazione appartengano? Non rimane l'avvenire aperto a ciascuno?
      Noi, repubblicani oggi siccome jeri, non vogliamo imporre repubblica, e confessiamo arbitro supremo il paese: voi, repubblicani jeri, volete in oggi imporre la monarchia: chi è l'esclusivo tra noi?
     
      Giugno 30.
     
     
     
      III.
     
      In una vostra lettera, s'io non erro, del 28 maggio, voi decretavate Vittorio Emanuele re unificatore d'Italia.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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