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      Gli Stati si difendono non sul confine, bensì col concentramento delle forze ordinate sui punti strategici interni. Ma il sistema contrario era suggerito e appoggiato da tutte le paure locali: ogni paesetto della frontiera fantasticava difesa, purchè avesse un gomitolo di milizia regolare collocato sul proprio terreno: ed io solo ricordo la tempesta di opposizioni, lagnanze e deputazioni provinciali, che mi fu forza affrontare quand'io e i miei colleghi decretammo il riconcentramento di tutte le truppe sui due campi di Bologna e di Terni. Quel riconcentramento, avversato da presidi, deputati e cittadini delle terre poste lungo il confine, sostenuto con ostinazione pari al convincimento da Pisacane e da me, fu cagione che noi potessimo, al primo apparire dei Francesi, raccogliere in Roma le forze.
      L'unità dell'esercito, l'abolizione in esso di ogni privilegio e disuguaglianza, il miglioramento degli elementi direttivi, il concentramento su punti che gli assicurassero in un momento dato l'iniziativa, furono opera in gran parte di Pisacane. E quei che sentono quanto l'onore raccolto nel 1849 dalle armi italiane in Roma debba fruttare nell'avvenire all'unità della patria comune, gli serberanno lunga ed amorosa riconoscenza.
      Ricordo le ore notturne che passavamo sulla carta d'Italia, parlando dell'ultimo fine che la Repubblica Romana doveva proporsi; della guerra della nazione; dei modi coi quali avremmo potuto iniziarla; dei disegni che avrebbero dovuto presiedere al vibrarsi dei primi colpi.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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