Pagina (1024/1484)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Un senso d'intensa agonia - l'angoscia di Macbeth - vi rode l'animo, trapela da ogni vostro atto o parola. Il presentimento che summa dies et ineluctabile fatum pendon su voi, v'incalza insistente. Il Signore di Glamis, il Signore di Cawdor e il re(264)), - il Pretendente, il Presidente e l'Usurpatore - son condannati. L'incanto è sciolto. La coscienza dell'Umanità s'è riscossa, e guatandovi con piglio severo, vi esamina, scruta i vostri atti, e vi chiede conto delle vostre promesse. Da questo momento la vostra sorte è decisa. La coscienza dell'umanità scorgerà in breve che voi non siete che una menzogna vivente; una deforme ripetizione di un Passato spento da lungo tempo e per sempre; una pallida ombra furtivamente emersa dalla tomba di Sant'Elena, e non coronata dalla gloria immortale e dalla solenne missione del potente ch'ivi riposa; una parodia di potere, atta a negare, a dissolvere, a schiacciare per breve tempo, inetta ad affermare, ad organizzare, a edificar cosa, in cui l'avvenire possa adagiarsi. L'umanità chiede realità, non fantasmi; evoluzioni del principio d'educazione, che Dio le assegna a legge di vita, non fatti bastardi, arbitrarî, anormali, che han la vita d'un'ora. A tai fatti essa guarda, sospesa per meraviglia, un istante; poi passa, intimando alla importuna apparizione il ritorno nel nulla. E voi, signore, vi affrettate a tal termine. Voi potete viver mesi, non anni.
      Allorchè, illegalmente, occupaste il potere, voi prometteste, quasi ad ammenda, di voler ridurre in pace la Francia - la Francia irrequieta, perturbata e perturbatrice.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





Macbeth Glamis Cawdor Pretendente Presidente Usurpatore Umanità Passato Sant'Elena Dio Francia Francia