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      Avete, su gente contro la quale vi fanno potente prigioni, proscrizioni, birri, e soldati, e alla quale i sequestri dei vostri agenti rapiscono ogni libertā di difesa, cercato di stampare un marchio d'infamia. Avete, da osceni libelli di poliziotti stranieri, dissotterrata a nostro danno l'accusa della teoria del pugnale, ignota all'Italia. Avete, sapendo che la menzogna poteva fruttarvi un aumento di voti, dichiarato alla Camera che la legge liberticida proposta aveva per intento di proteggere i giorni di Vittorio Emanuele, minacciati da noi. E questa accusa voi, due volte mentendo, l'avete gittata contro noi per mero artificio politico, ad allontanare possibilmente da voi la taccia di sommesso conceditore all'impero di Francia. Perciō, s'io prima non vi amava, ora vi sprezzo. Eravate fin ora solamente nemico: or siete bassamente, indecorosamente nemico.
      Non per voi dunque, che accusate per tattica, ma pei molti creduli che raccolgono senza esame le accuse, io mi giovo del vostro nome per indirizzare ed altri, e sarā l'ultima volta, una franca dichiarazione che ponga fine fra gli onesti - i tristi che vi fanno coda calunnieranno per sempre - ai sospetti oltraggiosi e agli stolti terrori. Se a voi, nemico accusatore, fosse sembrato, come a me sembra, obbligo elementare di moralitā e parte d'avversario generoso appurare, attraverso i miei scritti e le azioni mie, la mia fede l'avreste prima d'ora raccolta dalla mia condotta in Roma e dalle lettere ch'io indirizzai due anni addietro a Manin(285)). Ma quanti serbano, avversi o no, desiderio o pudore d'imparzialitā a mio riguardo, devono, non foss'altro, essersi a quest'ora avveduti che nč la natura, nč la fede, nč l'alterezza dell'animo mi consentono di mascherar le opinioni.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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