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      Ma intorno al pugnale adoprato com'arme di guerra dal popolo, a cacciar dalla terra, ch'è sua, il ladrone straniero, non occorre ch'io spenda parole. Se gl'Italiani, determinati una volta a conquistarsi libertà e patria coll'insurrezione, si ritraessero, per dubbiezze intorno ai palmi e pollici delle loro armi, sarebbero, più che stolti, ridicoli. Se la bestemmia d'un popolo tormentato potesse, concentrata miracolosamente a veleno, spegnere in un subito e senza tempo a difesa quanti violano le nostre Alpi per avidità di potenza e d'oro, quanti contaminano di sozza tirannide e di pianti materni e di sangue di onesti le contrade che Dio ci diede, la bestemmia sarebbe santificata agli uomini e a Dio.
     
     
     
      V.
     
      Ben giova ch'io noti come voi, dopo avere raccolto dai cadaveri di ORSINI e di PIERI argomento a un artificio oratorio contro me e contro gli uomini del PARTITO D'AZIONE Italiano, abbiate dalle sciagure, alle quali i vostri volontariamente soggiacquero in Lombardia, tratto argomento, confondendo uomini e date, a calunniare le intenzioni dei repubblicani di Francia. Parlo del rifiuto dato alle domande d'ajuto contro l'Austria, indirizzate dal vostro Governo al Governo francese; rifiuto dal quale voi e il vostro collega Lamarmora avete desunto che: le repubbliche ebbero sempre una politica egoista, e che voi dovete allearvi all'impero.
      Ogni membro della vostra Camera, che - pur corrivo ad accettare come verità di fatto le vostre dichiarazioni - avesse semplicemente serbato lume di logica, avrebbe potuto sorgere e dirvi: "La repubblica francese ricusò combattere le vostre battaglie; non volle scendere in campo per l'indipendenza italiana.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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