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      Ruggite e sperdeteli. Non avrete allora da temer l'Austria.
      Voi sperdeste l'Austria dieci anni addietro colla campana a stormo e colle barricate d'una provincia, e non si rifece potente - lo diceste tutti in quel tempo - se non per le colpe degli stessi sofisti e faccendieri di corte che oggi rigovernano le cose vostre. Perchè non la sperderebbero la campana a stormo e le barricate di tutta Italia?
      Non è la forza, prima nel Diritto e nei fermi propositi, poscia nel numero? Or come dunque osano i sofisti dirvi che siete troppo deboli per pensare ad altro che a cacciar l'Austria, e limitano intanto il vostro numero e le vostre forze, confinandovi per entro al recinto di poche provincie e contendendovi la vasta, la forte, l'onnipotente Italia?
      Libertà! Libertà! Siate liberi come l'aria delle vostre Alpi: liberi come le brezze dei vostri mari: liberi per seguir capi i quali osino e sappian guidarvi: liberi per combattere: liberi per suscitare, coll'armi e con tutti i mezzi che Dio vi ha profusi, l'Italia tutta ad insorgere: liberi d'infervorarvi a vicenda coi convegni fraterni e di chiamare lo spirito di Dio sulle turbe raccolte: liberi di vivere e morir per la patria, non per un frammento di Regno o per una Italia a mosaico, col marchio di servitù su Napoli, Palermo, Venezia e Roma.
     
     
     
      XIV.
     
      D'onde vengono, ove vanno quegli uomini che hanno sembianza di prodi, e nondimeno portano come un segno di sconfitta sulla pallida fronte e movono verso il mar di Liguria, tristi come vittime consecrate?


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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