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      Perchè trasaliscono muti alle parole Eljen a' Magyar, mormorate sommessamente al loro orecchio, come da chi si sente involontariamente colpevole?
      Sono figli della Drava e dei Carpati: Ungheresi ch'erano pochi mesi addietro nelle file nemiche.
      Soldati e prodi, essi s'apprestavano al debito loro nella battaglia; ma quando si videro a fronte la bella bandiera dai tre colori, e udirono il grido all'armi! d'Italia, sentirono un brivido nell'ossa, come s'essi movessero a guerra fraterna, e calarono l'armi e s'arresero.
      Ricordarono le libere pugne di dieci anni prima contro l'oppressore della loro terra, e che in quel tempo anche in Italia si combatteva quell'oppressore, ch'è oppressore di tutte le terre ove pone piede.
      Ricordarono le glorie dei padri combattenti la minaccia dell'invasore Ottomano, e Venezia che combatteva anch'essa le battaglie Cristiane quando le combattevano i padri. Ricordarono i vestigi dell'antica civiltà Italica diffusi per le loro terre, e i patti di fratellanza stretti nell'esilio fra uomini immedesimati nelle comuni sventure e nelle comuni speranze.
      E ciascuno di loro disse all'altro: là, dove si combatte per l'emancipazione d'un Popolo, è sacra l'emancipazione di tutti: ogni uomo della libera Italia sarà un fratello per noi, e moveremo uniti in nome della loro e della nostra Nazione. E cessero l'armi per ripigliarle sotto più giusta bandiera il dì dopo.
      Ed ora movono lentamente, tristamente, smarriti dell'anima, incerti nella fede, verso quelle terre d'Austria dove sognavano di non tornare che vincitori, a incontrarvi gli scherni e la persecuzione dell'oppressore.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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