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      Per noi non esiste rivoluzione, che sia puramente politica. Ogni rivoluzione deve essere sociale, nel senso che sia suo scopo la realizzazione di un progresso decisivo nelle condizioni morali, intellettuali ed economiche della Società. E la necessità di questo triplice progresso, essendo più urgente per le classi operaje, ad esse anzitutto devono essere rivolti i beneficî della rivoluzione.
      E neppure può esservi una rivoluzione puramente sociale. La questione politica, cioè a dire, l'organizzazione del potere, in un senso favorevole al progresso morale, intellettuale ed economico del popolo, e tale che renda impossibile l'antagonismo alla causa del progresso, è una condizione necessaria alla rivoluzione sociale.
      È necessaria all'operajo la sua dignità di cittadino, ed una garanzia per la stabilità delle sue conquiste nella via della libertà.
      La parola d'ordine dei nostri tempi è l'Associazione, che deve estendersi a tutti.
      Il diritto ai frutti del lavoro è lo scopo dell'avvenire; e noi dobbiamo adoperarci a rendere vicina l'ora della sua realizzazione. La riunione del capitale e dell'attività produttrice nelle stesse mani sarà un vantaggio immenso, non solo per gli operaî ma per l'intera Società, poichè aumenterà la solidarietà, la produzione ed il consumo.
      Le associazioni volontarie, moltiplicate indefinitamente, oltre al riunire un capitale inalienabile, aumenteranno progressivamente e faranno concorrere al lavoro, libero e collettivo, un numero di operaî ogni giorno maggiore.
      Ciò è quanto io intendo esprimere colle due parole, egualmente sacre, che non cesso di ripetere: LIBERTÀ-ASSOCIAZIONE. Forse che ciò non basta a farci unire nel lavoro come fratelli?


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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