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      Dal primo campo esce presto o tardi, inevitabile conseguenza del difetto di forte convincimento, uno spettacolo d'immoralità che sparge lo scredito sulla bandiera; dal secondo esce una perenne minaccia di crisi violenta, che accende le passioni dei combattenti e comincia a far sentire ai tiepidi i pericoli d'una condizione precaria e anormale. Il malcontento s'allarga alla base. Il Governo, pauroso e irritato dai nuovi pericoli, smarrisce anche quella apparenza di calma e di coscienza di forza che accennava ancora, nella mente del Popolo, a una Autorità esistente in esso, e da quel giorno è perduto; da quel giorno comincia per esso uno stadio fatale, sul quale anche una vittoria è rovina. Se il Potere s'afforza d'armi e accarezza il militarismo, diffonde sdegni e sospetti funesti negli ordini cittadineschi; se cerca appoggio in uno o altro Governo straniero, offende l'orgoglio nazionale e si confessa separato dalla vita della Nazione; se infierisce nella resistenza, è aborrito come tirannico; se accenna a concedere, sprezzato siccome debole. Un giorno, gli uomini del campo logico si avventurano a un tentativo imprudente, a una tarda illegale manifestazione di forza; gli uomini del campo eclettico si sperdono, come sempre usano, per vie diverse; le frazioni nelle quali le vanità individuali aveano diviso, nella sfera intellettuale, il campo d'azione, si raccolgono tutte di fronte all'assalto nemico. L'Europa ascolta un rumore come di cosa che rovina. È una Instituzione caduta, trapassata alla vita storica.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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