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      Era noto che io sentiva necessaria l'Unità di tutte le forze nazionali all'impresa: noto ch'io non pensava a inalzare la bandiera repubblicana sul Veneto: noto che noi tacendo, per coscienza e dignità, di V. E., e limitandoci al grido di Guerra all'Austria, Ajuto ai nostri Fratelli, avremmo lasciato il programma ai Veneti, i quali, volendo l'esercito, avrebbero senz'altro invocato la monarchia. Voleva il re, come noi, l'emancipazione del Veneto? Lasciasse fare e s'apprestasse a cogliere rapidamente l'opportunità che noi cercheremmo di suscitare. Il metodo naturalmente indicato dalle circostanze era: iniziativa insurrezionale nel Veneto: risposta da nuclei di volontarî italiani e manifestazioni del Paese; intervento governativo. Mandasse il re pe' suoi agenti una parola al Veneto che consonasse colle nostre: rallentasse verso noi l'azione governativa: non cordoni ostili, non sequestri d'armi; mentre dal nostro lato s'opererebbe con ogni prudenza possibile: provvedesse all'esercito e segnatamente agli apprestamenti navali: bandisse dall'animo ogni idea d'ajuto francese a noi o d'ajuto italiano alla Francia, se mai la Francia movesse guerra sul Reno: lasciasse Garibaldi capo libero indipendente dei volontarî, e intendesse che mal si compie una impresa nazionale con un ministero screditato nel paese e avverso deliberatamente a noi.
      Nè scenderò in particolari del contatto che seguì: ripugna all'indole mia di rivelare fuori del necessario, sensi e disegni altrui, poco importa di chi.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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