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      È questo il dovere dell'oggi: al resto provvederanno Dio, i fati assegnati all'Italia e gli errori inevitabili della monarchia.
      Noi fummo inferiori ai nostri propositi e alle circostanze: ma questo sentimento deve spronarci al meglio e a correggere i vizî che sono in noi, non a prostrarci nel dubbio e in una inerzia colpevole. Vive in voi pur sempre la forza, che non abbiam saputo dirigere al fine.
      Ma in questo nuovo periodo di lavoro, voi, è necessario ch'io lo dica, non potete, fratelli miei, avermi oggimai compagno d'ogni ora, corrispondente assiduo con ogni nucleo, consigliero in ogni piccola difficoltà. Vostro e della Sacra Causa alla quale giurammo è questo logoro avanzo di vita ch'io ho.
      Voi mi conoscete abbastanza per sapere che l'opportunità, dove sorga me vivo, non mi troverà lontano, e che voi non farete opera decisiva e degna di voi, senza ch'io mi trovi con voi l'ora prima o l'ora nella quale agirete. Ma sono inoltrato negli anni, infiacchito nella salute e incerto, pur troppo, pei fatti e le delusioni dell'ultimo periodo, dell'avvenire immediato. Sento il dovere di tentare di giovare all'educazione di quei che di certo opereranno nel futuro, degli operaî segnatamente, ch'io amo, e che hanno in sè gran parte dei fati italiani, scrivendo per essi tutti pubblicamente e con qualche lavoro politico-storico, impossibile finchè ogni minuto del mio tempo è assorbito da una corrispondenza con quanti professano la mia fede concernente i menomi particolari d'un ordinamento segreto, inutile se non conduce all'azione, facile ormai se spirito d'azione è in voi.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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