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      E oggi, quando il numero cresciuto e l'ordinamento diffuso potrebbero, colla coscienza d'una forza importante, destarli a disegni più rapidi, a meno tolleranti esigenze, io non odo, nel mio contatto con essi, una voce che accenni ai concetti, cagione in altre terre di terrore alla classe abbiente, ma soltanto voci d'affetto all'Italia, di dolore per quanto la offende e profferte di sacrificî e d'opere attive a pro d'essa: fidano pel resto nella Patria rinata e nei beneficî inseparabili della Libertà. No: com'è vero che crediamo in Dio e nell'anima nostra immortale, voi non dovete, lo ripetiamo, paventare per quanto concerne le eterne basi dell'ordine sociale dalle classi artigiane d'Italia o da noi che da un terzo di secolo combattiamo, a viso aperto e senza riguardo al possibile allontanarsi da noi d'uomini traviati di parte nostra, le intemperanze e gli errori dei sistemi socialisti, come a viso aperto e senza riguardo allo stesso pericolo combattiamo il materialismo.
      Rassicuratevi dunque; ma badate: le condizioni d'armonia, di concordia civile, delle quali andiamo alteri e che darebbero al nostro risorgere un carattere perduto in Francia e minacciato in Inghilterra, non dureranno se non ad un patto: che siate antiveggenti, giusti, devoti al progresso comune, come le classi operaje sono pazienti, tolleranti, devote alla Patria più che ai loro vantaggi materiali. Ogni diffidenza non meritata irrita chi ne è fatto segno: ogni accusa come quelle che, vergognando per chi le scrisse, abbiamo citate, infonde inconscia una amarezza nelle anime che può produrre gravi effetti più tardi: ogni perenne oblìo dei diritti creati da sacrificî compiti a una classe di fratelli, può suscitare in essa il pensiero di conquistarli colla forza, cieca sempre e travalicante oltre il segno.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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