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      Due sole dichiarazioni mi sembrano, quasi preambolo all'ordinamento e istruzione generale data all'Autorità che dovrete eleggere, volute oggi dalle insolite circostanze nelle quali versa gran parte di Europa.
      Non giova illudervi. Il paese che cominciava a guardar con favore ai vostri progressi e a sottoporre a più attento esame ciò che da noi o da altri si scrive per voi a pro del vostro giusto inevitabile sorgere, è dagli ultimi eventi di Francia in poi sulla via di retrocedere, impaurito e tendente ad appoggiare la stolta immorale teorica di resistenza più o meno adottata a danno vostro da tutti i Governi. Una selvaggia irruzione, non dirò di dottrine, ma d'arbitrarie irrazionali negazioni di demagoghi russi, tedeschi, francesi, è venuta ad annunziare che, per esser felice, l'Umanità deve vivere senza Dio, senza Patria, senza proprietà individuale e, pei più logici e arditi, senza santità collettiva di famiglia, all'ombra della casa municipale di ogni comune; e quelle negazioni hanno trovato, tra per insana vaghezza di novità, tra per il fascino esercitato dalla forza spiegata da quei settarî in Parigi, un'eco in una minoranza dei nostri giovani. L'Umanità guarda e passa; ma la tiepida, tentennante, tremante, credula generazione borghese dei nostri giorni, impaurisce d'ogni fantasma. La parte abbiente del paese, dal grande proprietario fino al piccolo commerciante e al proprietario d'una bottega, comincia a sospettare che ogni moto operajo covi una minaccia ai capitali raccolti talora per eredità, più spesso dal lavoro; e ha diritto d'essere rassicurata.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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