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      Ma la questione sociale ha una vita propria, immanente, indipendente dall'altre di tanto che, affacciata una volta, non può spegnersi per cosa che altri faccia in manifestazioni diverse della vita della Nazione. Tutte le libertà amministrative possibili, s'anche poteste - ciò che non è - ottenerle cogli ordini attuali, non varrebbero a farla retrocedere: il suffragio universale stesso - ed è, senza rivoluzione politica, utopìa inverificabile - non basterebbe a sopirla e diverrebbe un'arme in mano agli uomini che la promuovono. Soltanto, quell'arme potrebbe sviarsi: diventare strumento di sanguinose guerre civili in pugno al primo uomo dotato dell'energia audace di Spartaco o strumento di tirannide contro tutti a pro del primo usurpatore capace, come in Francia, di largamente promettere senza attenere. In Russia il moto sociale s'agita più potente d'assai che non il politico. E il programma, dal quale oggi accenna a retrocedere, dell'Internazionale medesima è prova che se le grandi questioni politiche o di principî non fossero, il moto sociale vivrebbe pur sempre; bensì di vita anormale, costretto più sempre nei limiti della questione puramente materiale e aperta quindi a tutti i suggerimenti delle passioni e degli appetiti. La politica - come deve intendersi - è consecrazione, non cagione, del moto ascendente operajo.
      Molti fra gli uomini ai quali s'indirizzano più specialmente le nostre parole, credono in Dio o lo dicono. Hanno mai pensato - se quella credenza è in essi, non puro suono di labbra, ma realtà profonda nell'anima - alle conseguenze ch'essa trascina logicamente con sè? Hanno pensato che, se Dio esiste, esiste necessariamente fra Dio e la sua creazione un pensiero, un disegno provvidenziale? ch'esiste per la vita dell'individuo e dell'Umanità un fine? ch'esiste per noi tutti, individui e società, un sacro assoluto dovere di cooperare a raggiungerlo? che un fine, qualunque sia, assegnato all'Umanità ha essenzialmente bisogno, per essere raggiunto, di tutte le facoltà, di tutte le forze collegate, esplicite o tuttavia latenti nell'Umanità stessa? che conquistare gradatamente e costituire coll'Associazione l'Unità morale della famiglia umana è indispensabile scala a quel fine? che quindi la negazione progressiva di tutte le caste, di tutte le distinzioni artificiali e - nei limiti del possibile - di tutte le ineguaglianze tendenti a separare gli uomini e diminuirne l'associazione e il lavoro concorde, è parte del disegno provvidenziale?


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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