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      Gli uomini diseredati, per difetto di nascita o forza, d'ogni convivenza passarono successivamente dalla condizione di vittime consecrate se prigionieri in guerra o di cose in mano dei loro padroni a quella di schiavi nudriti perchè lavorassero - da quella alla condizione di servi della gleba o d'un uomo - poi a quella d'agenti di produzione retribuita a salario determinato dalla cieca legge dell'offerta e della richiesta e dall'arbitrio dei detentori di strumenti del lavoro. Gli emancipati di quella classe d'uomini che avevano, per virtù propria, affetto degli antichi padroni o caso, potuto raccogliere una somma più o meno determinata di fattori della produzione, si collocarono classe intermedia tra gli antichi padroni ordinati a governo e i milioni mutati di servi in artigiani e furono detti borghesi. La Rivoluzione francese del secolo scorso fu, nei risultati pratici, rivoluzione borghese e dotò quell'elemento di privilegi civili e politici d'ogni sorta. Se non che proclamando, come principio, eguaglianza fra tutti i figli della Nazione, chiamando il popolo a meritare colla difesa del territorio, suscitando colla predicazione della Libertà e dei diritti spettanti a ogni uomo le facoltà fino allora latenti d'entusiasmo e di dignità individuale, rivelò ai figli del Lavoro, al quarto stato, com'oggi dicono, diritti, doveri e coscienza di forza ad un tempo. E oggi si tratta per essi di tradurre in fatto un principio teoricamente accettato. La progressione è visibilmente continua; e addita maturi i tempi perchè il problema si sciolga.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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