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      Non fu chiesto ad esse in nome di che, con quali principī, sotto quali forme d'associazione, con qual fine. Alla Costituente fu sostituito un Parlamento di pochi privilegiati per censo ed altro, continuazione di quello ch'era espressione incompiuta delle provincie sabaude quando l'Italia non era. Al Patto nazionale fu sostituito uno Statuto dato precipitosamente, per volontą regia e per paura d'insurrezione, a quelle provincie, dodici anni prima che l'Italia fosse. La Nazione non fu mai convocata a dichiarare la propria fede, le proprie volontą, le proprie tendenze. I suoi deputati giurano alla monarchia e al vecchio Statuto. L'Italia vive oggi come nel 1848 di vita piemontese, se buona o cattiva, sviata, perpetuata o migliorata non monta. La storia non offre un solo esempio d'una rivoluzione nazionale compita, tradita a quel modo.
      E nondimeno, il principio d'una Costituente e d'un Patto fu affermato, sin dal 1848, dagli istinti dei popoli sollevati e da solenni promesse regie.
      A GUERRA VINTA, UN'ASSEMBLEA ITALIANA DECIDERĄ DEI DESTINI DI ITALIA.
      Il paese, comunque deluso, si rassegnņ negli anni passati. Mancava Roma all'edifizio; e un'antica profetica riverenza alla cittą dalla quale si svolsero non solamente i fati storici italiani, ma quelli d'Europa, persuadeva alle menti che di lą soltanto potessero, come dal Sinai, scendere le tavole della legge. Oggi, abbiamo Roma e invece di Costituente e di Patto, i reggitori d'Italia vi agitano paurosi il problema del come possa perpetuarvisi, a patto di concessioni avverse ai tempi, il dualismo che fu l'anima e il tormento del medio evo.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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