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      In questo, dica altri a suo senno, sta la cagione suprema delle condizioni morali che lamentiamo e che minacciano di spegnere in culla la nuova vita. Gli Italiani sentono, consci o inconsci, l'assurdo, diremmo quasi, se la venerazione alla patria non lo vietasse, il ridicolo d'una situazione che vorrebbe aggiungere alle Nazioni una Nazione muta e senza espressione della propria vita. Un intenso senso potente benchè mal definito dice ad essi che quanto è in oggi è fantasma, e che i fantasmi non durano. Quindi il dubbio, l'irresolutezza sopra ogni cosa e l'inerzia: colpevoli senz'altro, ma intelligibili in un popolo che esce da un sepolcro di trecento anni.
      Le idee, bisogna ripeterlo, governano il mondo. Manca all'Italia una iniziativa, e questa iniziativa di moto e progresso non sorgerà se non per la via che additiamo. Come in tutte le grandi questioni, è necessario che nella questione nazionale s'accerti il punto d'onde moviamo, il punto verso il quale moviamo, la via migliore per andare da un punto all'altro. E questo non può farsi se non colla Costituente e col Patto.
      Non è qui parte nostra dire come gli Italiani debbano e possano tradurre in atto questi due termini del programma nazionale. Ma non s'illudano a credere di conquistare incremento, progresso continuo interno e vita fra le Nazioni d'Europa se non a patto di riescirvi. Noi guardiamo commiserando in silenzio la ruota d'Issione intorno alla quale sono legati i nostri amici parlamentari: i loro tentativi, le loro evoluzioni per escire dal cerchio fatale riesciranno inutili finchè la posizione del problema non sarà radicalmente mutata: come trarrebbero essi dal concetto dell'Italia smembrata del 1848 inspirazioni e iniziativa a dirigere innanzi l'Italia una del 1872? E commiserando leggiamo programmi di vaste riforme economiche e di nuova vita industriale italiana come quello di un uomo che stimiamo(332)) e che da qualche anno rotola, nella Camera e fuori, il sasso di Sisifo delle proposte tendenti a ricreare una condizione di progresso normale materiale all'Italia.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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