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      (88) Nell'originale "Danse"
      (89) Tranne Brizzot e pochissimi dei minori, gli uomini della Gironda non parteggiarono teoricamente e assolutamente pel sistema federativo. L'accusa data ad essi dalla Montagna dura tuttavia accettata senza esame dai più, forse perchè la condanna e il supplizio tennero dietro all'accusa, e i più danno giudizio sul fatto, non sul diritto. Ma la loro non fu opposizione di sistema, bensì opposizione di circostanza. A molti di quei che oggi ancora si citano federalisti, il pensiero di rompere l'unità della Francia s'affacciava delitto capitale. La questione tra gli uomini della Montagna e della Gironda era ben altra: due sistemi diversi di rivoluzione cozzavano in essi, e il federalismo non fu che un'arme di quella guerra. I Girondini contrastarono il dominio a Parigi, tentarono la sollevazione delle provincie; ma perchè Parigi era a quei giorni la Convenzione, e la Convenzione era la Montagna; perchè volendo pur combattere il sistema della Montagna, vinti in Parigi non potevano che cercare un rifugio nell'influenza onde godevano tuttavia nei dipartimenti. Predicarono Lione, ma perchè ivi si trasportasse una Convenzione come la volevano; nè ad essi cadde in pensiero di smembrare la Francia - nè ad alcuno mai fuorchè ai re della Lega, e a pochi illusi ed iniqui che v'intravvedono anch'oggi il ritorno dei Borboni cacciati. La sentenza pronunciata dalla Convenzione fu giusta, però che in essa risiedeva la rivoluzione - e la guerra tra la rivoluzione e chi s'attraversa, è guerra mortale.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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