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      Vi rendo grazie dell'interesse che prendete per la mia sorte, e il vostro affetto è certamente il più valido sprone per operare il bene. Non temete ch'io dubitar mai possa de' nostri comuni principii. Nessuno più di me è persuaso che a mali estremi convengono estremi rimedi; e tanto più quando per questi militano l'utile, la verità e la giustizia. Ciò che può parere eccessivo ad altri popoli non deve sembrarlo agli Italiani. È da lungo tempo che ho ammesso per insegna nazionale l'aquila legionaria, e per motto di guerra l'antico grido guelfo: Popolo, popolo! Potete dunque credere che con simili credenze non si potrà mai rimaner soddisfatti di tutti quei mezzi termini che, più per tradirci che per placarci, i nostri nemici possono mai concedere. Italia indipendente, libera ed unita, democraticamente costituita in repubblica con Roma per capitale: ecco l'esposizione della mia fede politica nazionale. - Il grido di guerra dei nostri fratelli mi romba continuamente all'orecchio; ed ho già preso tutte le disposizioni per slanciarmi quanto prima a combattere con essi e perire. Occupatissimo di tali preparativi, non ho tempo per entrare con voi su' particolari; ma incarico *** di comunicarveli. Dacchè sono a Corfù, ho maturato due progetti, uno su. . . . . . . l'altro sulla Calabria: il primo esige più tempo e danaro, mentre il secondo sarebbe più sollecito e meno dispendioso. La forza delle circostanze mi determinò pel secondo. Onde eseguirlo, mio fratello ed io stiamo vendendo a rovina tutto quel poco che abbiamo potuto portare con noi, ma non ne ricaveremo nemmeno mille cinquecento franchi, e ce ne occorrono almeno quattro mila.


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I Fratelli Bandiera
di Giuseppe Mazzini
Libreria Editrice Milanese
1944 pagine 74

   





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