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      Tralascio la vaghezza e maestà del sembiante, la quale, benché da voi come frale e caduco bene disprezzata, pur vi rende fra l'altre involontariamente distinta.
      Se poi fisso lo sguardo in quelle qualità che non all'industria de' maggiori o alla fortuna ma a noi medesimi dobbiamo, vi veggio di tutte quelle parti adornata, che necessarie si rendono a formar del perfetto una chiarissima idea. Poiché venero in voi la grandezza dell'animo vostro; le piacevoli maniere che all'altezza del vostro grado accoppiate; la gentilezza delle espressioni in cui i vostri concetti chiudete; il meraviglioso ed elevato ingegno; il saggio discernimento delle cose, ed il maturo e considerato giudicio delle medesime; e, sopra ogni altro, la mente purgatissima, che spogliata, per mezzo de' più colti studi, d'ogni larva volgare, e penetrando nel più cupo e riposto seno delle filosofiche verità, tanto s'inoltra che dell'onesto e del giusto al primo fonte perviene.
      Da tanti e sì rari pregi sorpreso rimasi fin da quando ottenni, già quattro anni sono, per la prima volta la sorte d'inchinarmi all'Eccellenza Vostra. In qual tempo, benché per la picciolezza dell'età mia, che allora il decimoquarto anno appena trascorrea, non avessi potuto a parte a parte le vostre doti considerare e distinguere, pur la leggiadra unione che si forma da loro, alla mia mente giungendo, in me un'idea di singolare e meravigliosa cosa destava; nel modo appunto che accade a chi, presso ad ameno giardino passando, da diversi fiori che s'educano in esso una sola ed indistinta fragranza coll'odorato raccoglie; o nella guisa che adiviene a chi per lontana distanza da una composta varietà d'instrumenti una armonia sola comprende.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Eccellenza Vostra