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      A ciò ch'ella mi richiede sopra gli scritti e la morte del fu signor abate risponderò brevemente; e forse sarà ancor troppo tardi, essendolene, come credo, per altre parti giunto l'avviso.
      Gli scritti in primo luogo sono in sicuro, e si penserà a suo tempo di non defraudare il mondo letterario di così belle produzioni e insieme di accrescere ornamento alla memoria di quel grande uomo, perché altrimenti facendo crederei mancare alla mia educazione ed all'obbligo di gratitudine.
      Quanto alla malattia, giacché il di lei comando mi richiama alle lagrime, dirò solo che fu tanto breve, e così poco da lui e da me, per l'abituazione di tale infermità, apprezzata, che non diede neppur tanto timore che bastasse a preparare né anche in piccola parte l'animo nostro al funesto accidente. La domenica alle sei ore della notte egli fu assalito da' soliti dolori di stomaco ferocemente, i quali durarongli tutta la notte ed il seguente giorno. Il martedì poi mancarono di molto, e gli lasciarono un intermesso singulto. Io senza sua saputa mi portai dal medico Campioli, ed avendogli raccontato lo stato dell'infermo ebbi una piccola ricetta, colla quale si ottenne di rimovere quasi pienamente il suddetto singulto, talché il martedì notte riposò qualche tempo. Il mercoledì mattina egli si sentì sgravato quanto al dolore considerabilmente, ma si sentiva altresì una eccessiva fiacchezza ed affanno. Il mercoledì sera io, secondo il mio costume, tornai dal Campioli, e, riferitogli il tutto, egli ordinò varie cose, che furono tutte eseguite.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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